Onde nell'Anima

L’incontro ha offerto agli studenti l’opportunità di ascoltare le testimonianze dirette dei migranti, che hanno raccontato il loro viaggio e il difficile percorso di integrazione.

L’Istituto d’Istruzione Superiore “E. Mattei” di Vasto, sotto il coordinamento della prof.ssa Laura Oliva e in collaborazione con il consorzio Matrix, ha organizzato due giornate dedicate all’educazione civica, coinvolgendo tre classi dell’istituto in un’esperienza di ascolto e riflessione sul tema dell’accoglienza.

L’iniziativa, guidata dall’avvocato Rosa Milano, presidente del consorzio Matrix, ha permesso agli studenti di conoscere il Sistema di Accoglienza Integrata (SAI) e le opportunità offerte ai migranti nel percorso di inclusione. Durante l’incontro del 17 febbraio, sono stati presentati i ruoli chiave delle équipe di accoglienza: coordinatori, mediatori culturali, assistenti sociali, operatori legali, psicologi ed educatori.

Un focus particolare è stato posto sul linguaggio come strumento di integrazione: grazie all’intervento di una studentessa di origine marocchina, è emersa la complessità della lingua araba, ma anche la presenza di elementi comuni con l’italiano, dimostrando come la comunicazione possa diventare un ponte tra culture.

Ponti tra anime: le storie di chi cerca un futuro

L’incontro ha offerto agli studenti l’opportunità di ascoltare le testimonianze dirette dei migranti, che hanno raccontato il loro viaggio e il difficile percorso di integrazione. Voci cariche di emozione hanno permesso di dare un volto e un significato alle statistiche, trasformando numeri e dati in storie di vita.

«Abbiamo lasciato il nostro paese non perché siamo criminali, ma perché scappiamo da una brutta situazione. Noi non siamo criminali, spingiamo per la pace, l’unità e l’amicizia».
— Lamine

Molti hanno condiviso il dolore dell’abbandono e il senso di smarrimento, cercando nel futuro una nuova possibilità.

«Ho iniziato a giocare a calcio quando ero piccolo. Ho usato lo sport come scusa per scappare dal mio paese. Sono venuto da solo e l’associazione ha fatto tutto per me. Sono rimasto in contatto con la mia famiglia, ma ormai la mia vera famiglia è quella che ho qui».
— Seku

Le difficoltà dell’integrazione non riguardano solo barriere linguistiche e culturali, ma anche il superamento di pregiudizi e diffidenze.

«Ho avuto alcuni problemi, perché la società era molto diversa. Ho anche imparato a perdonare, dando un’altra chance alle persone per conoscermi meglio. L’Italia potrebbe essere una chance per me di andare avanti per un futuro migliore».
— Nassam Kalal

Un limbo di speranza e paura

Tra le voci ascoltate, molte hanno raccontato il dramma del viaggio, segnato dall’incertezza e dal pericolo.

«Mi trovo molto bene in Italia perché è un paese tranquillo e mi sento libera di camminare, andare in giro. Cammino e non succede niente».
— Ungurungu

Un’affermazione semplice, ma che rivela la profondità della paura vissuta prima di trovare una nuova casa. Il viaggio in mare, invece, è un’esperienza che lascia segni indelebili.

«Quando uno come me si trova in Libia deve cercare di sopravvivere. Posso dire solamente che è un viaggio molto pericoloso e di speranza. Sei in un limbo. Arrivi in Libia con l’obiettivo di raggiungere l’Italia, ma non saprai mai se ci arriverai. Il viaggio in mare è molto difficile; quando parti all’alba poi ti svegli la mattina in mezzo al nulla e ti rimane solo pregare Dio di sopravvivere».
— Demma

L’ascolto di queste testimonianze ha scosso profondamente gli studenti, facendo emergere la consapevolezza di quanto la dignità umana venga spesso messa alla prova.

«Nessuno di noi ha deciso di affrontare questo viaggio. Lo facciamo per scappare da una situazione difficile, quindi vi chiedo di trattarci in maniera uguale e di permetterci di integrarci».
— Mimì

Con una voce appena percettibile, ma carica di significato, un giovane migrante ha aggiunto:

«Vi ringrazio per ascoltare la mia storia».
— Alalji

Un incontro che lascia il segno

L’iniziativa dell’IIS “E. Mattei” si è rivelata un’esperienza intensa, capace di toccare le corde più profonde dell’animo umano. Le storie ascoltate non sono semplici racconti di viaggio, ma testimonianze di speranza, resistenza e desiderio di una vita migliore.

L’empatia e l’accoglienza diventano strumenti essenziali per abbattere barriere e costruire un futuro in cui l’umanità non sia solo un concetto astratto, ma una realtà concreta. E alla fine, la domanda che rimane sospesa è una sola: l’essere umano è davvero tale quando sceglie di ignorare il dolore altrui?

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